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La cura di un malato terminale
Di Alex (del 30/07/2008 @ 23:29:28, in Società, linkato 1194 volte)

La mia recente esperienza in tal senso mi spinge ora, dopo un po' di tempo , a dare qualche consiglio a chi si appresti a vivere una situazione di questo tipo.

Innanzitutto MAI operare da soli, sarebbe bene avere a fianco una persona competente, con già esperienze simili, non importa se badante, amico o parente, l'importante è che possa aiutarvi fin dall'inizio, abbia un buon rapporto con voi, tale da superare le normali tensioni che si creano in queste situazioni e che sia lameno in parte esterno alla vicenda, quindi non un coniuge o un convivente.

Quindi si attivino comunque tutti gli aiuti disponibili sul terriotrio, dall'assistenza sociale a quella medica, onde avere sempre input di persone nuove dall'esterno: è stancante la quantità di persone che si incontrano in questi casi, ma se non sono tutte da gestire e risultano da una programma definito alla fine sono salutari.

In ultimo non abbandonate mai la vostra vita privata, ritagliate uno spazio per voi, lontano dalla situazione, che vi permetta di ricaricarvi, condividere con altri, amici e specilaisti, le vostre ansie e difficoltà, meglio se una notte e un giorno interi, e MAI abbandonare il rapporto con altre persone con cui avete una situazione continuativa precendete: coniugi, amici, parenti, figli... sarebbe gravissimo.
Ricordate che una qualche forma di depressione è automatica, quindi avere il conforto di persone che conoscono il problema, o che vi conosocno e vi comprendo o che vi vogliono bene e basta è fondamentale.

In ultimo occhio alle rabbie e tensioni inevitabil , soprattutto con i parenti, quindi cercate di utilizzare ogni strumento spirituale, emotivo o piscologico che conoscete per mantenere la calma e la serenità, cosa alquanto impossibile, ma che occorre cercare di salvare comunque.

Un ultimo consiglio, grazie all'ex-ministro Rosi Bindi, vi sono anche in Italia gli Hospice: strutture residenziali molto divesre dagli ospedali, che lavorano con equipe in cui vi sono anche psicologi, e sono finalizzati a recuperare situazioni difficili o ad accompagnare situazioni terminali. Credo si possa dire dall'esperienza che ho avuto con il Centro Progressivo di Langhirano di Parma, che sono ottimi luoghi, sia per una situazione temporanea, che consenta poi il ritorno a casa con una migliore possibilità di vita, sia per una caso terminale.
Grazie