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Giulio Carpioni incisore, tra classicismo e barocco, testo pubblicato
Di Alex (del 02/11/2008 @ 20:51:29, in Arte, linkato 2461 volte)

Finalmente ho pubblicato il testo tratto dalla mia tesi di laurea su Giulio Carpioni.
Il 25 ottobre ho presentato il testo. Visto che il tempo eras tiranno e ho potuto solo dire alcune delle cose che avevo pensato le metto qui.

In un’epoca in cui i Comuni considerano “cultura” solo i grandi eventi, con nomi di fama internazionale e si scordano che la cultura di una territorio è data soprattutto da chi quel territorio lo vive, una Fondazione che valorizza l’arte e il lavoro come quello realizzato per una tesi di laurea è qualcosa di estremamente positivo.

Ringrazio caldamente la Fondazione Italo Zetti e la presidentessa Signora Ugolotti Biancamaria per la disponibilità e l’attenzione che mi ha prestato, e tutti coloro che hanno partecipato alla rielaborazione (durata quasi otto anni) della prima versione del testo rendendo possibile, con vari apporti, questa pubblicazione.

 

Il volume tratta di un autore del Seicento: Giulio Carpioni.

Il 1600 fu un’epoca di grande crisi culturale sociale, successiva all’equilibrio e all’ottimismo che caratterizzava il Rinascimento e precedente un’altra epoca di grande intensità: l’illuminismo del settecento.

Il suo fascino credo derivi anche dal fatto che, in nuce, essa conteneva già moltissime abitudini, strumenti tecnici, culturali e sociali che ritroviamo nell’epoca moderna, inoltre la crisi di identità, di valori e culturale è affine alla nostra epoca post-moderna.

 

Giulio Carpioni, era alquanto emblematico dell’epoca controversa e piena di contraddizioni, anche come fortuna critica: fu considerato secondario per molto tempo dai critici, ma ebbe in realtà moltissima fortuna nella sua epoca, anche se come autore provinciale (Vicenza), e una fortuna continua nella compravendita antiquaria per i suoi quadri di tema mitologico. Fino a ché, negli anni sessanta del secolo scorso, non avvenne una rivalutazione da parte di alcuni critici, alla quale seguirono la pubblicazione di una monografia e alcuni articoli.

Quindi furono anche realizzate alcune mostre e nuovi volumi sulla sua produzione grafica e pittorica.

 

Carpioni esprimeva lo spirito dell’epoca su più versanti:

si interessava di mitologia, e seguiva una pittura dal segno classicista, preciso e con composizioni di tradizione classica (Poussin), ma utilizzava poi una serie di colori acidi per nulla naturalistici, molto apprezzati invece dalla cultura prettamente barocca molto diffusa nella seconda metà del Seicento.

Il segno classico lo proponeva sia su soggetti classici (mitologie, baccanali, etc) sia su soggetti prettamente religiosi, le cui composizioni invece riflettevano un gusto per il pathos religioso moto diffuso all’epoca.

In tutta la sua epoca si alternarono commesse da istituti religiosi e committenti privati.

Infine la stessa matrice culturale di Carpioni è molto discussa, proprio per questo convivere nel su ostile di linee culturali diverse: se fece un viaggio a Roma, se conobbe o no direttamente Poussin da cui tanto sembra abbia preso, se acquisì il suo stile classico da autori provenienti da Roma o da alcune incisioni, se il metodo del colorire lo apprese da Lombardi con cui venne in contatto etc etc..

 

Il volume oggi presentato ha alcune peculiarità:

Si occupa quindi di un autore considerato minore, ma molto rappresentativo di un’epoca e importante come autore di passaggio tra due periodi storici.

Tratta specificamente solo di una produzione specifica di Carpioni, ossia solo della sua produzione grafica

E’ strutturato come un catalogo ragionato di tutta la produzione grafica del Carpioni, tenendo conto anche delle attribuzioni errate, della storia critica riguardante la produzione grafica e di due inediti, messi a conoscenza degli studiosi negli ultimi anni

Abbozza comunque due strade critiche di approfondimento: comprendere il motivo della produzione grafica del Carpioni, con l’alternarsi di stampe di carattere religioso e di carattere mitologico/simbolico e fare un’analisi iconologia, e in taluni casi iconografica, dei temi trattai che in vari casi non sono del tutto chiari.

 

Speriamo che questo testo possa essere strumento per ulteriori approfondimenti iconografici e iconologici, come sempre lo studio del passato è cosa utile se diventa strumento di approfondimento del presente e del futuro, altrimenti è solo cosa effimera.