Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Non si fermano i distruttori di civiltà.
Ancora vecchie case piene di spirito, arte, storia distrutte per case di cemento, ferro e vetro dallo stile fastidioso e stupido.
Ancora vecchi alberi tagliati in quel di Lesignano.
Ancora un peggioramento della vita sociale.
Comprendo tutte le motivazioni giuridiche della sentenza che ha condannato l'amministrazione italiana a pagare una multa ai costruttori.
Ma non comprendo assolutamente che non esistano leggi altamente permissive nel campo delle distruzioni dei mostri di cemento e ferro che abusivamente distruggono il territorio, la fauna e la flora, e contribuiscono a modificare la percezione dell'ambiente provocando danni psicologici immani alla popolazione.
VERGOGNA
Mi chiedevo l'altro giorno, come mai mi piacessero tanto i prati pieni di erbette tutte diverse, ma che poi, nell'insieme, si risolvevano come sempre in una ammirabile armonia. D'accordo, la natura da sempre è maestra del bello, ma allora mi sono chiesto cosa accade nelle nostre città ora? Ed ecco che ho seguito questa riflessione: fino alla fine dell'ottocento in tutto il mondo non esistevano linee rette, ossia quelle che esistevano erano imprecise e gli uomini convivevano con costruzioni ed ambienti, oggetti e riproduzioni artistiche che non contenevano rette assolute dato che non avevano la capacità tecnica per realizzarle... Però, visto che la natura non possiede se non rarissimamente (minerali) linee rette specifiche, ecco che ho pensato che l'uomo viveva in ambienti e contesti che comunque ricordavano la natura per il loro essere imperfetti, non geometrici, dunque non razionali all'eccesso. Invece da almeno 100 anni noi viviamo in contesti razionali, geometrici, precisi, pieni di rette e angoli a 90 gradi... con case brutte e scarne in cui l'unico divertimento visivo è il movimento dei cubi e dei parallelepipedi, con effetti disastrosi sulla vivibilità degli ambienti, ma io mi chiedo: se è vero che ciò che vediamo ci influenza nel nostro sentire, come possiamo vivere bene oggi?! La curva, le rette imprecise, pensate ai massi squadrati che compongono gli deifici medioevali, che fascino portano con se, e io credo non solo sia per l'epoca cavalleresca e misteriosa che richiamano, non solo perchè sono levigati dalla storia, ma anche perchè si legano con naturale asperità alla naturalezza che è in noi. Eppoi provate ad osservare uno sgabello perso all'ikea e quello fatto dal nonno in soffitta, senz'altro sarà un po' sbilenco quest'ultimo, ma sapete qual'è il valore che lo rende più importante di qualsiasi realizzazione industriale? Il suo non essere perfetto, quindi il suo partecipare dell'imperfezione della vita, che in sé è sempre in movimento e rifiuta il geometrismo e la razionalità, e come tale il fatto che stimola in noi emozioni e sentimenti, non solo pensieri pratici e meccanici.
Dal mio ultimo viaggio a Barcellona.
Ho visto molti palazzi, ma la sensazione è di una città che abbia relegato la sua storia nella zona del porto, nel quartiere "gotico", ad uso e consumo dei turisti, e per il resto abbia distrutto tutto il tessuto storico per realizzare questi palazzoni bruttissimi, emblematici dell'architettura dedita solo agli affari e al cemento di oggi.
Il tutto inglobando anche i pochi, bellissimi palazzi liberty del grande Gaudì.
Insomma l'emblema della città fata per guadagnare e costruire, ciò che tendono a diventare le nostre città oggi.
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