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 A.M. blu intenso... di Alex
 
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Un'idea che non sia pericolosa non merita affatto di essere chiamata idea

Oscar Wilde
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Di Alex (del 31/05/2007 @ 09:25:58, in Società, linkato 2158 volte)
Con riferimento al mio articolo sulla velocità in autostrada...


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Di Alex (del 31/05/2007 @ 08:25:53, in Società, linkato 1173 volte)

Viviamo in un contesto assurdo.
Le città italiane negli ultimi 10 anni sono diventate invivibili: cementificate, superaffollate, trafficate, sporche, inquinate, senza più una dimensione umana, completamente dedite al commercio e al guadagno, non più luoghi in cui vivere e socializzare, in cui ricordare la propria e l'altrui storia, in cui dimensionare i nostri vissuti.
Solo macchinari per produrre ed erogare servizi.

Vengo da un viaggio ad Arezzo, Perugia ed Assisi, città con cnetri storici molto strutturari, che hanno mantenuto molto della loro dimensione antica.
In ogni caso nel nome del progresso si è ottenuto che chi ci vive considera l'idea di andarsene, ricorda la situazione di un tempo, e subisce il trauma dello sviluppo sconsiderato.

La Chiesa cattolica continua a non assumersi la responsabilità di questi due fatti:
1. è la chiesa cristiana più diffusa non per volontà divina, ma per fattori storici, deve smettere di considerarsi la detentrice della verità ed accettare di fare crescere la coscienza dei suoi adepti
2. se la famiglia classica come sacramento è una struttra in crisi lo si deve al fatto che la cChiesa cattolica è sempre stata connivente dei vincitori, non si è mai opposta favvero al vero distruttore deivalori e della famiglia: il capitalismo, il consumismo e il pensiero borghese, quindi è asurdo dare la colpa a leggi o costumi sessuali!

Si continua ad assistere ad esemplificazioni di stupidità mentale dell'italiano medio: si vota chi sembre più bello o più utile per gretto individualismo, senza pensare alle consuguenze anche individuali del gesto, si sfrutta politicamente qualsiasi situazione, anche la più gretta ed infelice, si assiste a programmi televisivi che permettono ancota a persone come Sgarbi di parlare in pubblico, e non ci si ferma dal vedere la destra che non riesce a volere di nuovo il potere per fare i suoi ghiochini, e la sinistra ad insabbiare ciò che mette in discussione i suoi affiliati massonici; inoltre quando qualcosa di sacrosanto viene fatto per ridurre questa Italia degli abusi e dei clientelismi ecco che taxisti e benzinai ricominciano a sciperare: beh io ho preso il taxi in Italia solo due volte nella mia vita (a Lisbona 10) e vado solo a metano quindi...

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Di Alex (del 25/05/2007 @ 08:22:39, in Società, linkato 1210 volte)
Terribile ancora terribile l'incapacità dei cattolici di base che si fanno abbindolare dalle scelte solo politiche, da una casta oramai incapace di concepire il senso reale della vita fatta di rapporti umani soprattutto non da vuote ideologie assurde che nulla hanno a che fare con la spiritualità.
Sono stato cattolico e mi dispiace, avrei preferito avere una cultura più protestante o neppure cristiana.
Una visione più pulita e ampia, ricca di rispetto e coscienza, capace di risvegliare il senso profondo della vita, della natura, della saggezza e dell'etica, invece di una cultura religiosa che sottostà ad un gruppo di persone che al controllano dall'alto senza vera spiritualità: non ci credo più.
Pensate a quanto sia pulito il desiderio umani di religiosità e spiritualità, quanto naturale e semplice il rispetto che richiama la bellezza della natura e la pienezza dei sentimenti umani, perchè costruirci sopra assurde teorie basate su testi, potere, politica, prevaricazione ed ipocrisia.
Sono convinto che il messaggio cristioano possa vivere tranquillamente senza il bisogno di una struttura come la Chiesa cattolica, anzi forse solo senza di essa.
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Di Alex (del 22/05/2007 @ 21:46:57, in Politica, linkato 1154 volte)

Pubblicità regresso

Ebbene no: era Pietro Vignali anche se non sembrava...

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Di Alex (del 22/05/2007 @ 21:40:16, in Politica, linkato 1601 volte)

Lettera ai cittadini di Parma

Alessandro Mazzoli
Candidato come consigliere comunale per la lista ParmainComune con Cinzia Ferraroni.

ParmainComune www.parmaincomune.it

Sono convinto che questo voto per l'elezione del nuovo sindaco di Parma sia l'occasione per garantire alla città la possibilità di esprimere le sue potenzialità non solo affaristiche.

Per fare questo credo che non si debba spingere Parma solo verso uno sfruttamento economico, ma proprio a partire da quello e grazie a quello aprire le infinite possibilità che questa città ci offre, rendendo il Comune un vero strumento di organizzazione e di servizio.

La città in questi anni è stata trasformata in un luogo per turisti, bella a vedersi ma povera di spirito e di vita interna, assecondando solo una parte delle sue caratteristiche, quella ducale e imprenditoriale, con una superficialità che ha sempre danneggiato lo spirito e l’immagine di Parma. Niente erba, parcheggi blu fin sotto il Comune (per questo tutti cercano di parcheggiare in centro), ma anche in periferia, grandi infrastrutture, grandi nomi della cultura, giardini come parchi ducali, piazze come rotonde, ma gli spazi per noi, il verde, quello vero con piante, erba e fiori che si possa vivere e non solo guardare, la cultura dei giovani e dei cittadini, i prezzi accettabili per i parcheggi e gli spettacoli?

Io lavoro a Parma e vivo a Bologna, quindi so quanto questa vita ci porti a pensare ai soldi e al fare, all'agire quindi alla funzionalità delle cose anche per il poco tempo che resta e lo stress quotidiano; quasi non si riesce ci pensare ad altro.

Che senso può avere però trasformare una città in un macchinario per produrre ed erogare servizi e basta, tanto varrebbe vivere altrove e trasformare la città solo in un centro produttivo, abitata da guardiani e basta. Ha senso uscire dal lavoro, dalle necessità quotidiane e trovarsi in uno spazio adatto solo a quelle, senza zone di pace, di umanità, di contesti devoti?

La ricchezza dell'uomo è un'altra, la sua umanità, la sua cultura in senso ampio, il rapporto con gli altri, la preghiera in ogni sua forma, gli interessi, lo svago, la lettura, gli affetti, i suoi sogni e i suoi progetti, la solidarietà; noi siamo molto più ampi dei nostri doveri e di quello a cui la nostra società tende a ridurci.

Decidere a priori la quantità di cittadini è come vedere in Parma solo strumento, un attrezzo e non rispettare coloro che vi abitano e che vivono qui.

Io desidero una città anche per i giovani, i ragazzi, sia di Parma che studenti di altre città o stranieri, per gli anziani, che valorizzi la loro storia, le tradizioni (cambiare i luoghi del vissuto con continui cantieri è un trauma per anziani e non rispettoso della vita quotidiana e della loro storia), per i bambini e gli adulti, questi non sono solo automi per fare soldi e produrre, non sono carne da salotto e da lavoro fino alla vecchiaia, hanno esigenze e profondità, il lavoro, il denaro e le responsabilità dovrebbero essere una parte non tutta la loro vita!

Voglio una città come non è mai stata, diversa: con opportunità in tutti i campi, con spazi liberi per giovani e anziani, con la possibilità e la serenità di proporre e progettare cose nuove, non la solita Parma dei monopoli, della cultura e degli spazi costosi per i pochi, dell’immagine e del cemento, fumo e non arrosto.

Dove sono i corsi per chi vuole crescere?

Dove sono i nuovi quartieri che tengano conto della vivibilità e delle persone?

Noi proponiamo le Case di quartiere ONLUS, associazioni dei cittadini dei quartieri, spazi per la socialità, a disposizione di giovani, anziani e stranieri, in grado di valorizzare le esigenze creative dei giovani, di integrazione degli stranieri e di socialità degli anziani.

Proponiamo un incubatore di associazioni culturali, dove associazioni diverse possano trovare spazi adatti per trovarsi e per le loro attività, a prezzi accessibili e condividendo gli strumenti e la formazione.

Saranno meglio 10 spettacoli a 40 euro o 3 a 40, 5 a 20, 10 a offerta, 30 laboratori e 30 corsi?!

Vi è una grande differenza tra la fruizione passiva della cultura ed il coinvolgimento diretto nel processo culturale.

In questi anni sono passati molti nomi a Parma, sono stati attivati nuovi servizi per i giovani e la cultura, ma è alquanto diverso aprire un ufficio o mantenere l’esistente ed investire invece energie politiche, umane e finanziarie per lo sviluppo dello stesso.

Lo sbilanciamento delle risorse è evidente: strutture, ma pochissimo per i contenuti: quanto è stato speso per le politiche giovanili? Per i corsi culturali? Per gli spazi a disposizione della cittadinanza?

Io sono laureato in storia dell'Arte dunque apprezzo la bellezza delle foreste, l'aspetto curato degli edifici antichi, la pace che trasmette un ambiente equilibrato che sia vicino alle forme naturali.

L’architettura moderna invece sono convinto che trasmetta fastidio e nervosismo a chi ci abita, acciaio, cemento e vetro non costruiscono spazi a misura d’uomo, funzionali alla sua serenità.

Io credo che se un quadro ha una buona mano, un bel tratto ma manca del contenuto e della vita risulta brutto ed inutile.

Hanno senso quelle piazze cementificate con gli alberi arginati dal cemento o quei viali trasformati in parcheggi, con le panchine tra il traffico? Piazza Picelli, piazzale Boito, piazzale Borri, piazzale Pablo, viale dei Mille, via Pier Maria Rossi, viale Osacca, e persino i Parchi trasformati in oggetti da vedere. La natura è tale se si vive, si entra in essa, un albero senza erba non è natura, non è un giardino e neppure un parco. Gestire la natura, avere potere sulla natura significa non rispettarne l'essenza che è autonomia.

Riqualificare non è mercificare, gli spazi "moderni" sono fastidiosi, non tengono conto del substrato storico, vi sono molti spazi a piedi e molto spazio inutilizzato, metallo vetro e cemento non creano ambienti salubri e piacevoli, finora si è sacrificata la natura per il progresso, per una città macchina di memoria futurista.

Parma rimane una città verde, ma di giardini privati, di spazi turistici o di natura artificiale (fioriere e vasi), una natura per pochi quindi una natura innaturale!

Ricordiamo che i simboli del nostro quotidiano hanno effetto su quello che proviamo e sulla nostra stabilità emotiva e psicologica.

Insomma, parliamoci chiaro, perché il parmigiano medio non riesce a capire che dagli anni sessanta fino ad oggi le amministrazioni di Parma hanno governato quasi prevalentemente

Per gli industriali e per chi i soldi li possiede già.

Servizi web, servizi stradali, spettacoli culturali: strumenti, belli come aspetto, ma vuoti!!!!!!!!!! Gli oggetti, gli strumenti valgono quando sono in mano alle persone.

Parma reale, città di tradizioni emiliane, fatta di affetti ed emozioni vere è quella più quotidiana, delle piccole cose, con i tempi più lontani dalla metropoli, quella del popolo, di là da l'acqua, ma è proprio in una città dove si uniscono le esperienze di vita, il giovane e l'anziano, lo studente di La Spezia o di Bari e il Parmigiano, il Fidentino o il Borgotarese, il turista, lo studente straniero o l'immigrato, ove chi lavora alla Bormioli vive gli spazi come chi dirige un settore della Barilla che si trova i piacere di vivere.

Questa è una città degna, qui le strutture sono strumenti che si appoggiano a qualcosa di solido, di ricco, di vero; ma a Parma ora si insegue l'imprenditore, l'Immagine, la ricchezza, strumento utilissimo, ma strumento e basta, non fine, che acquista valore solo se poi impiegato nella vita affettiva, sociale, solidale delle persone.

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Di Alex (del 28/04/2007 @ 12:36:28, in Società, linkato 1235 volte)

La nostra società e la nostra cultura hanno, secondo me, deformato decisamente una situazione molto naturale. Nascere e morire, e soprattutto quest'ultimo, non è più determinato da uno scorrerere naturale.
Credo invece che il morire sia molto più semplice e "naturale" di quanto i sentimenti, le esigenze e emotive e le esigenze borghesi/sociali ci permettano di cogliere.
La parabola umana fino a che è passibile di variazioni è in se non conclusa, con un senso compiuto, diceva anche Pasolini, ogni azione può essere ripresa e trasformata mentre la vita continua, ad esempio si possono ricusare delle scelte fatte, risolvere dei conflitti anche antichi, recuperare ed elaborare vecchi progetti; solo con la chiusura della morte la vita di ognuno assume un senso compiuto, un valore definito e definitivo, passibile di valorizzazione e con la possibilità di estrarne i contenuti e i significati.
Si pensi agli artisti e alle loro opere, ai santi di ogni religione, peccato che in entrambi i casi poi la critica e la storia trasfromano il significato delle loro vite e delle loro azioni secondo le esigenze propagandistiche di un pensiero o di un'ideologia, insomma di un potere, non col fine di rimettere il senso alla valutazione relistica di chi ne studia i fatti.
Certo, la morte per incidente, per violenza, per dolore è difficile da considerare semplice, come normale conlcusione della sua controparte, come vita che assume significato. La morte di un figlio, di un giovane, di un bambino rendono diffcile considerare questa come l'atto finale di un percorso, visto che il percoso è stato breve.
Ciò non toglie che per chi conlcude il suo percorso la morte rimanga vita che giunge al suo compimento con semplice economia di fatti e significati, sono coloro che restano che appongono alla morte un'angoscia, un timore, un carico di esigenze, pretese, rabbie e esorcismi borghesi e non tanto da trasformarla in un evento catastrofico, enorme, mostruoso.
Questo però se leggiamo dentro di noi non è vero, la realtà è una semplice magica sequenza di event:i:

semplice perchè ogni atto dopotutto no è così incredibile, persino gli atti storici mentre veinvano compiuti, per coloro che li attuavano erano vissuti in maniera più semplice, senza il significato che dopo gli si attribuisce ampliandoli nella loro dimensione storica, ad esempio un atto eroico come il ragazzo davanti al carrarmato in piazza Tien-an-men, avrà avuto le sue emozioni da parte dei partecipanti, ma non certo la coscienza completa, la sensazione e l'emozione di chi poi ha visto le immagini, sentito i commenti, considerato gli effetti storici;

magica perchè la realtà risulta magica se si considera davvero con tutta la coscienza, se si pensa a come è straordinaria la natura, la nascita, un albero, l'innamoramento, la passione, il sesso, lo spirito in un corpo che lo rende vivo, le emozioni e i sentimenti, le strane situazioni che non sono spiegabili, ma accadono continuamente, la mente, la sacralità di ciò che esite...;

infine una sequenza di eventi, scelte, accadimenti che sommandosi creano anche grandi svolte, ma mai assurde, decontestualizzate, sempre costruite con piccoli passi quotidiano, fatiche e sacrifici continui, ben diversamente da come ci hanno abituato a vedere la realtà le teorie borghesi consumistiche, i film, la letteratura moderna, i giornali e la trelevisione, ossia come tutto e subito, con calvinistica visione dei successi come derivati da una forza divina, non dalle situazioni, dalle scelte e dalle possibilità reali; in questo senso la visione è magica negativamemte, non come sensibiltà che coglie la forza della vita, l'energia che sta sotto, ma come illusioni e aspettative esagerate derivate da una incoscienza della vita.

Morire è smettere un respiro, lasciare che il cuore faccia il suo ultimo battito, e vi assicuro che le persone senza più il loro alito sono strane, uguali ma non uguali a quando un attimo prima avevano ancora l'energia vitale, l'anima, che ne animava i tessuti e il complesso macchinario biologico. Se si può passare dalla vita alla morte in pochi secondi e senza incredibili stravolgimenti (a parte forse le morti violente), non è appunto semplice morire e non saranno forse gli altri che non accettano questo?

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Di Alex (del 28/04/2007 @ 12:32:17, in Politica, linkato 1274 volte)
Ho deciso di ricandidarmi in consiglio comunale a Parma, richiamato dal mio senso civico e dal desiderio di FARE QUALCOSA per la situazione disastrosa in cui viviamo a livello politico e sociale.
Dopo la lista civica Città Viva con Gianni Caligaris nel 1994 e dopo i Verdi Ecologisti nel 2002 come sempre lo farò con un gruppo che non sia un partito strutturato, che nasca i più possibile dal basso e che sappia dare voce e credito ai singoli cittadini senza guardare a quanti voti portano, quindi sarò nella Circoscrizione Cittadella ed in Consiglio Comunale per ParmaInComune.
Alessandro Mazzoli
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Di Alex (del 25/04/2007 @ 16:03:22, in Informatica, linkato 5337 volte)

Ho conosciuto l'informatica per un motivo forse futile, senz'altro poco scientifico in senso stretto: volevo imparare a giocare a scacchi.
Fu quindi il Commodore 64 ad iniziare la serie apermettermi gustosissime partite contro il pc, poi il 286, il 386, il pentium e così via.

Però questo articolo non è su di loro, m a sui palmari o portatili che ho posseduto e vissuto come informatico in questi anni.

Il primo computer o meglio elaboratore elettronico con funzioni particolari, trasportabile, poichè questa è sempre stata la mia passione, avere un sistema sempre accessibile con me, è stato un orologio calcolatore.

1. Emit - orologio calcolatore

orologio emit

Le funzioni erano semplici, una calcolatrice di primo livello, però era affascinante portarla sempre con sé.

Ovviamente i pulsantini persero subito le indicazioni e fare i calcoli dopo era anche un procedimento di memoria umana...

L'orologio è ancora in mio possesso anche se funziona solo come calcolo dei tempi.



In costruzione.

2. Casio - orologio con 30 memorie per rubrica

casio memory casio memory 2

Le funzioni erano assai più complesse: orologio digitale (ovvio), 30 rubriche, cinque allarmi pèiù quello orario, fuso orario, timer, stop-watch.

L'orologio funziona ancora, ha sempre avuto qualche problema con i pulsantini poichè la molla interna diventava cedevole, ma con un piccolo spessore in carta torna ottimo,
io lo uso ancora per non perdere il treno, anche se non amo avere l'orologio al polso, inoltre con il cellulare onnipresente non è più così necessario, ma provate a guardare se siete in ritardo per la stazione mentre pedalate nel traffico con un borsone sulle spalle, il rischio cellulare in pappa è altissimo...
In ogni caso è tuttora preciso e funzionale con le sue sveglie e le altre funzioni, anche se le sue memorie sono vuote da tempo (inserire lettera per lettera era lunghissimo!) e vi assicuro che trovare il cinturino è un'impresa, solo che essendo di gomma la durata è veramente ridicola.

3. Altri orologi: con registrazione vocale e con gioco a cristalli

altri

Per allora straordinari, ma decisamente poco utili visto che la funzione orologio era molto imprecisa e la durata dele pile ridicola, quello che registra la voce ha una durata del messaggio di circa 30 secondi e le due pile 2016 si scaricano a razzo!

 

4. Calcolatore avanzato Altroconsumo

calcolatore

Finalmente un sistema di inserimento testo con pulsanti a tastiera (però pulsanti a pressione di plastica, terribili), devo averi scritto un paio di poesie adolescenziali.
Il sistema era interessante: dimensioni da carta di credito, calendario (se non ricordo male), calcolatrice, funzione memo, orologio e sveglia. A parte i pulsanti a PRESSIONE, anche lo schermino a una riga risultava di diffcile utilizzo.

4bis. Traduttore avanzato

traduttore

Grande sistema di immissione con tastiera a pulsanti in gomma; una vasta gamma di funzioni: 6 o 7 (ne possideo due versioni, li regalava una banca con il conto corrente e una rivista) lingue di traduzione sia come termini che come frasi ad argomento, orologio, cal,colatrice, calendario con appuntamenti e sveglie, più sistema con password di sicurezza. Lo schermo a due righe era il non plus ultra rispetto agli alri, la dimensione era come quella di un palmare odierno.
Il sistema ancora molto simile ad una calcolatrice avanzata, sicuramente non ugradabile, non lo rende ancora un vero e proprio palmare secondo la concezione moderna, anche se le funzioni complesse erano senz'altro paragonabili a quelle odierne, tanto che lo strumento potrebbe essere utile ancora adesso.

5. Atari Pc-folio

pcfolio

Ed arriviamo al primo grande palmare che ho utilizzato.
Caratteristiche:
Atari PcFolio (italian version of Portfolio), Japan projected by DIP (UK)
LCD gaphic, 8 x 40 (text)
Organizer, PC-compatible with proprietary interface. DIP-DOS (MS-DOS 2.11 compat.) and Lotus 1-2-3 compat. First integrated pc-organizer.
128KB RAM,
CPU 80C88
3x AA, or ext 6V miniplug
Il mini computer, rigorosamente bianco e nero, con le sue 8 righe risultava ottimo, il sistema proprietario disponeva già di applicazioni avanzate: rubrica telefonica, calendario con sveglia e appuntamenti, calcolatrice, programma di videoscrittura e, meraviglia delle meraviglie, un foglio elettronico compatibile con quelli windows!!
Ricordo che la cosa più piacevole era poter scrivere file facilmente utilizzabili sia sul pc che sul pc-folio, avevo anche comprato un aggeggino da agganciare all'unica porta che permetteva di condividere i dischi tramite porta prallela con il pc!
Il palmarino, in realtà piuttosto grandino rispetto a quelli di oggi, aveva pregi e difetti:
senz'altro il wordprocessing con le funzioni di font e formattazione unito al foglio elettronico era una funzione eccezionale, mi ricodo di avere sbobinato varie interviste politiche anche in treno;
per salvare i files oltre alla connessione con i pc tramite parallela (il programma, ottimo, l'ho usato anche tra pc fino all'avvento di windows xp) esistevano dlle pcmci di prima versione, solo che avevano un grande difetto, una volta sgaciate dalla corrente per ricordare i dati disponevano di una pila 2016 esaurita la quale perdevano tutto;
col tempo poi si è evidenziata una debolezza hardware che oggi rende quasi inutilizzabile l'apparecchio (sì funziona ancora): la fascietta che passa i dati allo schermo si usurava in uno o due anni provocando uno schermo "nero", per cui solo tenendolo aperto in una certa posizione si vedeva tutto, inoltre l'alveo delle pile rendeva difficilissima la loro sostituzione;
però tra il software comprabile su pcmci c'era il powerbasic, il quale caricava un basic avanzato programmabile con il quale ero riusicito persino a creare un piccolo gioco;
Io l'ho usato fino al 2000 come rubrica vicino al telefono di casa, aperto e collegato con il trasformatore!
Basti dire che esistono siti, anche italiani, che ancora commercializzano questo prodotto!

6. Memorex Supermini

memorex

Caratteristiche:
Memorex supermini 199x Reflective LCD CGA Turbo
boot ROM with DR-DOS and tools
1 slot PCMCIA type 1
integrated standard serial and parallel port
1 MB RAM
CPU NEC
4x AA, power supply 220V-5V
Crisp display
example of low cost OEM handheld pc clone Very good, working. With bag.
E' in tutto e per tutto un pc dos con processore 8088, quindi l'antesignano del 286, 386, 486 e pentium... Non sono riuscito ad avviare dei programmi dos classici solo per la mancanza di memoria e per il fatto che le schede pcmci di primissima versione che l'hardware usa erano già introvabili quando l'ho comprato nel 1998. Peccato in quanto anche solo qualche mega in più lo trasformerebbe in uno strumento ottimo per varie applicazioni!
Anche in questo caso il software dell'os possiede già alcune applicazioni attive: utilizzando il programma residente Personal Assistent si ha agenda con allarme, appuntamento e lista cose da fare, wordprocessor, e calcolatrice.
Il sistema è proprio il dos (dr.DOS), pertanto è pefettamente compatibile con i pc ai quali si collega con una parallela o una seriale già presenti, da provare l'utilizzo di un mouse seriale, che rende la sensazione di utilizzare un vero miniportatile.
Rispetto al pc-folio, i cui stati sono piccoli e scivolosi, i tasti paragonabili a quelli di un portatile rendono il memorex uno strumento comodissimo per battere testi, io l'ho utilizzato moltissimo porprio per il motivo per il quale l'avevo comprato: trascrivere i testi degli articoli per la tesi. Mi ricordo che nelle biblioteche c'rea sempre qualcuno che mi chiedeva notizie, anche se il modello era già vecchiotto, però come gestore di testi era decisamente ottimo.
Dopo gli acquisti successivi e per la limitata capienza della memoria non l'ho più utilizzato, ma è ancora perfettamente funzionante.



In questo periodo ho cominciato l'acquisto anche dei veri propri portatili, di cui però vi faccio un excursus alla fine.

7. nokia 9110i

Nokia 9110

Reti: GSM 900 Mhz
Irda, modem, wap, connessione seriale al pc
Dimensioni: 158 x 56 x 27 mm
Peso con batteria in dotazione: 253 gr
Calendario/Agenda, SMS, Wap, fax, gestore di testi, giochi
suonerie complesse, wav e midi

E con questo (circa nel 2000) arriviamo finalmente ad un prodotto completo: un cellulare palmare, con una spesa decisamente superiore alle altre (circa un milione e mezzo di lire), ma con un prodotto decisamente ottimo.
Un vero e proprio sistema operativo (Sembian OS) con un buon numero di programmi installabili
In dotazione già un gestore di testi abbastanza avanzato, a quello e ad altre applicazioni già in loco avevo aggiunto: filemanager, alcuni giochi, emulatore dos, gestore di testi in grado di visualizzare anche documenti word e pdb, foglio elettoronico, gestore di applicazioni... Vi erano un paio di sviluppatori software veramente ottimi, peccato che con l'uscita del 9210 e dei successivi, ossia dopo circa due anni gli sviluppatori amatoriali e quelli professionali abbiano abbandonato il campo, mettendo però a disposizione i programmi gratuitamente.
Oggi per me è il portatilino più comodo in caso di appunti e accessi a biblioteche e simili, se non uso il Flybook, perchè anche se la tastiera assomiglia a quella del pc-folio come scomodità, la struttura estremamente compatta, la velocità di lavoro, e le gestionalità avanzate del software lo rendono molto comodo e ancora un ottimo strumento, a parte la funziona cellulare ancora accettabile.

8. Palm m125 e Nokia 5210

palm m125 nokia 5210

Il peso del Nokia 9110 era notevole, la dimensione considerevole come cellulare e il prezzo decisamente non abbordabile come oggetto di uso comune, pertanto la mia scelta è caduta su l'accoppiata Nokia 5210 e Palm m125.
Palm OS® software v 4.0
Capacità di memoria 8 MB
Infrarossi
Slot di espansione Secure Digital/MultiMediaCard e connettore universale
Base USB HotSync®
Agenda, Rubrica, Impegni, Blocco note, Appunti, Orologio, Calcolatrice
MultiMail SE, Palm Reader, Pocket Mirror 3.0, AvantGo's Web Channel Manager, DataViz Documents To Go v 3.0, MGI PhotoSuite Mobile Edition
L'ingresso nel mondo palm os, nonostante il rispetto per i sistemi come quello della nokia, ha determinato una passione imperitura...
La stabilità, la chiarezza ed economia di utilizzo ed installazione, la funzionalità e la piacevolezza dei sistemi palm determinano da smepre la mia preferenza per questo lato oramai oscuro della forza dei palmari, oscuro perchè la battaglia con pocketpc è persa, nonostante la differenza abissale e, secondo me scontata, di qualità.
Il Palm m125 era uno dei più avanzati con schermo bianco e nero, o meglio grigio, ed aveva già ottimi strumenti di gestione con agenda, rubrica, sistemi digestione, svago e una nutrita schiera di programmi free e non, scaricabili da web. Montava già la prima versione di Documents to go, in grado di visualizzare, modificare e sincornizzare i documenti di Office.
Il nokia 5210 credo fosse il miglior telefono bianco e nero mai prodotto: non si rompeva (anche se avendo avuto fino ad alloar degli alcatel ero abituato al meglio), resisteva agli urti e all'acqua, aveva molte funzioni tra cui anche la chiamata vocale e i gruppi, e il tutto ad un ottimo prezzo.

9. Handspring Treo 180

treo 180

La peculiarità del palm m125 e del nokia 5210 fu che dovetti acquistarli due volte per un bastardissimo furto a mio danno sul lavoro, mi rubarono il borsello con tutto dentro... mesi di straordinari per ricomprare le stesse cose, ma col tempo presi una decisione: avere un oggetto unico.
* processore Motorola Dragonball VZ a 33 MHz;
* 16 Mbyte di RAM;
* sistema operativo Palm OS 3.5.2H;
* dimensioni: 110 x 69 x 18;
* peso: 147 grammi;
* video monocromatico (16 toni di grigio), 160 x 160, retroilluminato;
* connessione al computer (PC o Mac) tramite porta USB o seriale;
* telefono cellulare GSM 900/1800 MHZ;
Il treo 180 montava tutti gli strumenti dell'm125 avendo in più la funzionalità telefono e navigazione web integrata: veramente ottimo. Il sodalizio con questo strumento non si è più fermato.
Ricordo di averlo acquistato al Panorama di Parma, di certo non un luogo specifico per l'elettornica, dopo qualche mese aveva un problema nell'audio, la Handspring mi ha sostituito l'unità in garanzia.
La tastiera integrata finalmente mi permetteva di poter scrivere in movimento avendo in un solo strumento tutto! Quello che non era possibile per la dimensione e il peso del 9110 lo diventava con il treo 180. Ottima la rubrica, gli sms tutti salvati, la velocità delle applicazioni, il software, i documenti word, la sincronizzazione che permetteva di non pedere mai nulla, insomma il supergadegt che però era realmente utile, non solo tecnologia pur tecnologia. Il nokia 5210, è stato utilizzato dalla mia ragazza fino alla sua perdita (sigh), l'm125 e il treo 180 sono stato venduti a Bologna nel 2004 ancora funzionanti!

DA COMPLETARE

10. nokia3650 nokia 3650


11. treo 600 treo 600


12. casio EM505i casio


13. Eten P300 eten p300


14. FlyBook A33i flybook A33i


15. Treo 650 treo 650

16. PSP

17. Treo 680

18. HTC P3300

19. Iphone 3G

20. Palm Pre

21. Palm Pixi Plus

22. Iphone 3GS

23. Palm Pre Plus

 

Oggetto Data Acquisto Durata
1. Orologio Emit 1983? Direi che la data di acquisto risale ai tempi del liceo se non prima, ed è ancora in grado di funzionare anche se da anni è in archivio.
2. Orologio Casio 1989? Acquistato alcuni anni dopo l'Emit e utilizzato per molto tempo, fino all'arrivo dei traduttori/agente; ma come orologio basta funziona e lo utilizzo tuttora!
3. Altri orologi 1985 ? Sono alquanto distrutti, ma credo che inserendo le pile sarbbero ancora funzionanti.
4. Calcolatore Altroconsumo 1986/1987 ? Un po' faticoso cambiare le pile ora e fare recepire l'utlizzo dei tasti, ma ancora funzionante, volendo.
4bis. Traduttore 1988 ? Molto dispendioso per le pile, ma funzionante, anche se archiviato per ora,.
5. Atari Pc-folio 1990? Molto utilizzato, anche come rubrica elettronica, fino al 2000, poi sostituito daicellulari moderni... però dalla fine degli anni novanta hanil difetto dello schermo in apertura, piuttosto fastidioso per un utilizzo odierno, per cui è archiviato.
6. Memorex Supermini 1997 Superutilizzato per la tesi (fine 1998), tuttora funzionante, ma data la sua memoria ridotta ora utilizzo nel caso: il treo 650, il nokia 9110 o il flybook.
7. Nokia 9110i 1999 Decisamente ancora funzionante, ma mai utilizzato davvero come cellulare, la batteria fa un po' fatica, in ogni caso lo ricarico al bisogno per cui è in panchina.
8. Palm 125 e Nokia 5210 2001/2002 Erano perfettamente funzionanti nel 2004, ma uno è stato venduto e l'altro regalato e perso, pur funzionando benissimo fino all'ultimo... sigh
9. Palm Treo 180 2002 Venduto, ma funzionante fino al 2005 sicuramente.
10. Nokia 3650 2002 Venduto a parenti: ieri era ancora perfettamente funzionante!
11. Palm Treo 600 2003 Lo utilizzavo fino a novembre 2007, venduto funzionante!
12. Casio E505i 2004 Messo in vendita, funzionante anche se con bateria rapida ad esaurirsi
13. Eten P300 2005 Venduto, ma a parte la batteria funzionava perfettamente.
14. Flybook A33i 2005 è il portatile che utilizzo ora e con cui ho scritto buona parte di questo pezzo
15. Treo 650 2006 è il cellulare che utlizzo tuttora,  per navigare il web, come sveglia, come sostituto
16. PSP 2006 console soprattutto per giocare, ma non solo!
17. Treo 680 2007 è il mio cellulare fino al settembre 2009
18. HTC P3300 2007 il cellulare per navigare e guidare con il GPS
19. Iphone 3G 2009 l'ottimo smartphone della Apple, mio cellulare di appoggio dal 2009, cambiato poi con il 3GS
20. Palm Pre 2009 il grande nuovo arrivo Touch della Pre con sistema WebOS, mio cellulare dal dicembre 2009 al febbraio 2011
21. Palm Pixi Plus 2010 il piccolo nuovo gioiellino della Palm, da vedere e provare assolutamente, tecnologia concentrata!
22. Iphone 3GS 2010 il successore del 3G più veloce, mi è utile per certe App
23. Palm Pre Plus 2011 il nuovo HP - Palm con più memoria, ora il mio Cell

Nota sulla diversità palm – pocketpc

Pocket Pc (Sistema windows mobile o altri) 1. molte versioni (palm 3.5 e 5)
2. salva i programmi anche su pc, questo è comodo se devi reinstallare, ma scomodo per spazio e confusione
3. sul pocket mette vari file in varie cartelle esattamente come windows, con rischio di non riuscire a disinstallare, avere versioni errate etc etc, non uno o pochi come palm
4. i file di installazione sono compatti e compressi mentre la maggior parte del palm si vedono fisicamente
5. non si possono cambiare le installazioni su scheda o su ram da pocket, su palmare spesso sì
6. i backup sono lunghi e non si possono fare spesso come palm
7. spesso va in blocco e qualche volta perde del tutto il sistema (Ogni tanto il Pocketpc perde tutta la carica, però funziona bene il recupero da backup su mmc)
8. non comodo il passaggio a solo pocket senza cellulare
9. idea di programmi in task, utile per passare da un all’altro, ma scomodo per prestazioni
10. il pocket è in grado di utilizzare hardawre più potenti e con ppiù periferiche (es. wifi), ma la sua stabilità ne risente e con questo non fa che assecondare il sistema solamente commerciale, non pratico e funzionale, della vendita hardware...

In definitiva il Pocketpc può di certo tendere a windows con programmi similari ma light e pertanto può caricare le dll utili per molti tipi di hardware, diversamente dal sistema Palm che non riesce a seguire l'hardware aggiornato.... però la stabilità e le prestazioni palmos sono molto migliori, il parco software è enorme e il funzionamento dei songoli programmi è decisamente buono, così come la disinstallazione: è quasi perfetta, cosa che non si può assolutamente dire del pocketpc.

PORTATILI

Sicuramente i portatili sono un'ottima strumentazione, io lo uso per lavoro e dovendo muovermi su più città avere un ufficio mobile ed adattabile è estremamente funzionale, oltre al fatto di poter accedere ai contenuti anche da casa per qualsiasi evenienza... Però anche se il portatile classico porta con se la funzionalità e le prestazioni di un pc dell'epoca di uscita risulta sempre ingombrante e pesante negli spostamenti, pertanto la mia passione per i palmari rimane superiore, nonostante l'impossinilità di utilizzare gli stessi software del sistema windows o linuc del pc.
Forse gli ultraportatili o micropc (OQO, Samsung Q1, Sony UX180P) del futuro risolveranno questo dilemma; per ora però la differenza di funzionalità è troppo alta: poche risorse per software pesante (grafica, video, svago) e periferiche input di difficile utilizzo (tastiere virtuali o limitate).

1. Olidata 386 - circa 1995
2. Compaq pentium II - 1998
3. Pentium III - 1999
4. Olivetti pentium II - circa 2001
5. IBM R40 - circa 2003
6. IBM T30 - circa 2003
7. (digital HiNote 486 x linux/win95) - 2005
8. Flybook A33i - 2005
9. IBM 600E - 2007
10. Acer 5520G - 2007
11. Samsung Q1 - 2008
12. Acer Aspire One A110L Netbook 8gb ramdisk - 2008
13. Raon Everun S60H? -2009
14. Flybook VM - 2010

Non dispongo più dei dati di ognuno, ma posso dire che l'Olidata era un buon prototipo, mancava però di una ventola per il processore, pertanto dopo un po' di lavoro si bloccava, aprendolo, praticando alcuni buchi ed aggiungendo un a ventola che si agganciava al cavo del pc la situazione è stata risolta, l'ho venduto come usato ad una giornalista parecchi anni dopo la sua uscita, con il suo Windows 3.11.

Il Compaq usato è stato il primo portatile che poteva montare windows 98, non aveva una grande batteria e potenza, ma era comunque piacevole da usare, l'ho venduto ad un amico che credo lo utilizzi ancora.

Il Pentium III non ricordo di che marca fosse, comunque era una sottomarca, però aveva buone funzionalità, l'ho usavo quando ero imprenditore tecnico informatico, è stato venduto come usato e passato di mano una seconda volta prima di essere rubato, però credo che questo identifichi un buon successo del pezzo.

L'Olivetti era una mascchia vecchia e usata, con il lettore cd estrerno, però era piccolo e ben funzionante, con qualità ottima, cose che ho rilevato su pc olivetti desktop, funzionanti in tutte le loro parti e ben performanti anche dopo dieci anni, con perferiche all'avanguardia; è ora in Africa, spero che serva ancora ai suoi scopi.

Con l'IBM si passa al top delle mie esperienze, non ho mai trovato strumenti migliori per qualità e funzionalità, anche se c'era una profonda differenza tra la fascia R a basso corsto e la T al top della specie, il T30 pur essendo vecchiotto faceva girare software che il mio HP della ditta del 2005 fa tuttora fatica ad accettare. Entrambi sono stati venduti agevolmente come usati di recente, l'utente ebay che ha ricevuto il T30 è stato colpito dalle sue capacità, la velocità, la lucina sui tasti per lavorare di notte, lo schermo e il buon equilibrio dei componenti lo rendono da allora il mio consiglio per i portatili.

Il 486 era un esperimento per .linux, ma l'impossibilità di passare i dati se non per cavo seriale e la pochissima memoria, meno i 8mb credo, dopo vari tentativi mi hanno fatto optare per un ben funzionante windows 95, l'ho regalato, ma purtroppo era un po' delicato e credo abbia smesso di funzionare nel 2005.

Il flybook A33i è l'ultimo portatile che ho acquistato per me, nasce dall'esigenza di poter lavorare in treno, purtroppo sono un pendolare, e dal salvare la mia schiena e le mie spalle... direi ottimo, ipercollegabile, veloce, piccolo ma senza mancanze, solo troppo costoso.

L'IBM 600E comprato come occasione derivava dall'esginza di fare un regalo a mio padre perchè potesse navigare il.web, vedere i film in divx, le foto e sentire i cd... con l'aiuto di tcpmp finalmente sono riuscito a far funzionare i film a dovere nonostante i. processore non velocissimo; però credo di poter dire asnche in questo caso che l'ibm aveva creato un'ottima macchina, eccezionale per l'epoca di uscita e funzionale ancora ora (1024x768 ram cpu).

 

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Di Alex (del 23/03/2007 @ 18:07:55, in Società, linkato 1450 volte)
Le prime leggi sugli stranieri che immigrano in Italia appartengono agli anni ’80 e ai primi anni ‘90 (943, legge Martelli) e sono modifiche rispetto alle norme regie e fasciste ancora in vigore, proprio in quel periodo si è evidenziata una nuova situazione (effetto anche delle guerre moderne) che necessitava di un nuovo corpus di leggi per regolamentare gli afflussi e la permanenza, la prima legge organica è la legge Turco-Napolitano, poi definita 286, del 1998.
Successivamente è stata approvata una legge (Bossi-Fini o 189 nel 2001) che si confrontava con una situazione notevolmente ampliata come quantità di afflussi e richieste degli stranieri già presenti sul territorio. Quest’ultima legge, e le sue successive modifiche, ha però avuto un effetto sconvolgente nei confronti del cittadino straniero.

Infatti la naturale esigenza di uno Stato che debba far fronte ad un fenomeno immigratorio sul suo suolo dovrebbe essere quella di regolamentare l’accesso ed integrare le persone presenti sul territorio inserendoli nella situazione sociale ed economica già presente.
Diversamente l’ultima legge ha avuto l’effetto di rendere difficoltosa l’integrazione, esasperare la complessità dei procedimenti burocratici per ottenere documenti ed altre facilitazioni, con l’effetto di far rischiare l’illegalità  a cittadini anche già inseriti e persino integrati (non riuscendo questi a produrre sempre tutte la documentazione e le garanzie richieste), e mantenere spesso chi arrivasse in Italia in uno stato di difficile soluzione integrativa.
Sicuramente è da punire chi scelga di delinquere, senz’altro non è funzionale alla società chi segue sistemi illegali (stranieri e non), ma sembra assurdo costringere, a volte senza possibilità di scelta, centinaia di persone a scivolare nell’illegalità o a sceglierne fin dall’inizio la strada ponendo difficoltà a volte insuperabili a livello amministrativo.

La nuova legge proposta dal Governo Prodi sembra puntare in un’altra direzione, riavvicinandosi alle scelte dei primi anni ed assicurando, pur con le dovute verifiche, una possibilità maggiore agli stranieri di poter fare un percorso lavorativo e sociale conveniente.

Un problema comune a tutte le scelte fatte fino ad ora in campo giuridico è stato quello di non contemplare coerentemente tutte le situazioni possibili, rimangono molte zone grige nelle leggi tali da rendere possibili varie interpretazioni o casi particolari che non hanno una definizione specifica nel corpus legislatorio. Sono accaduti anche casi di contraddizioni tra successive promulgazioni.
Occorre anche tenere conto del fatto che le leggi nazionali sono applicate a livello provinciale dalle Questure dei capoluoghi, questo comporta che quando la legge non è chiara ogni Questura interpreta in maniera particolare la sua applicazione, determinando una differenziazione di comportamenti a seconda dei luoghi. Più la legge è restrittiva più è facile che si cada in queste situazioni.
Va considerato il fatto che spesso le reali possibilità di regolarizzazione ed integrazione devono confrontarsi con le norme, ma anche con le situazioni specifiche, si occupano delle prime le istituzioni, delle seconde i servizi sociali, anche se spesso accade che le necessità economiche e le scelte dirigenziali portino anche questi ultimi verso decisioni più amministrative, ledendo il giusto contrasto democratico tra chi si occupa di burocrazia e chi di fattori umani.

I CPT avrebbero dovuto essere centri di accoglienza per coloro che erano giunti in Italia senza nessun documento o visto dell’ambasciata che permettesse loro di regolarizzarsi.
In realtà si sono ben presto trasformati in centri di detenzione, con tutte le conseguenze che questo può comportare: cittadini stranieri indotti a delinquere per sopravvivere e completamente a carico dello Stato.

La nuova legge, in discussione in questi giorni, reindirizzerebbe i cittadini non regolari nei veri centri di accoglienza, dai quali, se hanno le condizioni adatte, potrebbero iniziare un percorso di regolarizzazione inserendosi come parte attiva della società, e i Cpt, ridotti di numero, come centri di detenzione provvisoria per gli stranieri da espellere. Ripristinando una corretta interpretazione degli strumenti e un rispetto della persona più degna di un paese con una cultura adulta.
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Di Alex (del 23/03/2007 @ 11:25:39, in Help Informatico, linkato 1777 volte)
Comincia qui la rubrica su help windows, software, hardwate e programmazione web.
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